Diversamente liberi n. 41 Ottobre 2019
Daniela Anzalone in “Personal computer solidali” apre con la cronaca di un ennesimo regalo fatto ai detenuti per le attività laboratoriali dell’Icatt, tra cui quella dello stesso giornale: due computer che arricchiscono e rendono sempre più funzionale la redazione interna.
Vincenzo Laperuta con “Uomo e natura” riflette da cittadino di Acerra sui temi della salute e del ciclo dei rifiuti, supportato dalle autorevoli conferme di chi lavora da medico su questi temi, come il meritevole dott. Antonio Marfella, che da tempo denuncia inerzia nei decisori politici.
Gianrico Lattanzi in “Un’attesa infinita” racconta di una struttura carceraria che gli consente incontri degni e di qualità con la propria famiglia, un aspetto decisivo del processo di riavvicinamento a una vita onesta e sensata e, ancora lui, in “Un giorno fantastico” rende vive le emozioni di trovarsi per la prima volta a provare l’abbraccio di riconciliazione e di verità con le proprie figlie.
Maurizio Sessa con “Io sono Diversamente libero” ribadisce il valore dell’incontro tramite la cultura con la dimensione esterna come vera e propria esperienza di liberazione, una boccata d’aria, quasi contraltare dei ricordi o incubi che Carlo Caccavale dedica in “Ricominciare” all’avventura dell’incontro con le droghe.
Infine Fulvio Mesolella, in “1980, Renato, Franco e Paolo fra le roulotte dei terremotati” racconta l’immediato dopo-terremoto di quell’anno con un episodio inedito, in cui i soccorsi vengono resi difficoltosi da decisioni di vertici lontani dai fatti e dalle persone, a loro volta travolti però dalla generosità di un intero paese che ancora non conosceva odi e divisioni nord/sud.
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